La diritta via (o ciò che nessun altro ha mai fatto prima)

Per dieci anni un uomo ha cercato di dare un senso alla sua vita: una vita che sembrava già segnata dal principio. Era stato tutto previsto, ogni cosa calcolata in un preciso schema di significato. Fosse per gli influssi delle congiunzioni astrologiche cui la tradizione dava tanto peso o per una sorta di predestinazione voluta da ben altro Cielo, la vita di Dante Alighieri, o meglio, la sua vita come sarebbe stata nel futuro, gli era apparsa chiara e netta fin dai primi anni, da quando ancora fanciullo aveva incontrato per la prima volta, bambina, la donna per cui proprio questa vita sarebbe stata degna di essere vissuta. Beatrice, la sua Beatrice. Altro

Ulisse: scelerum inventor (re)inventus est

Nella sua discesa infernale Dante viene guidato da Virgilio, allegoria della ragione, o meglio figura che adempie il proprio ruolo storico in una dimensione oltremondana. La ragione quindi è ciò che permette al poeta il lungo e tortuoso viaggio verso la conoscenza, per mezzo di una profonda indagine dell’animo umano (“l’ardore ch’ebbi a divenir del mondo esperto, e delli vizi umani e del valore”). Da questa semplice considerazione è già possibile desumere la forza del legame che unisce la figura di Dante a quella di Ulisse, ma anche comprendere l’eccezionalità stessa di tale presenza all’interno del canto, quasi un unicum nella Commedia. Infatti, nella progressiva discesa attraverso i gironi dell’Inferno, Dante incontra numerose “persone” storiche ma raramente si imbatte in “personaggi”: questo è il caso di Ulisse, sebbene l’interpretazione che il poeta conferisce all’eroe greco sia diversa da quella di Omero. Altro

La sedia del nonno: Pirrotta al Teatro Argot

Vincenzo Pirrotta in "All'ombra della collina"Nell’ambiente domestico di un condominio di Trastevere, dietro un portone come tanti che si apre solo a chi ha il coraggio di suonare, risiede un piccolo teatro, l’Argot, un cortile circondato da balconi e percorso da inquilini di ritorno a casa. All’interno, dopo un disimpegno che funge da biglietteria, una sala dalle pareti nere con pochi spalti di legno; in scena, per l’esibizione di sabato 9 novembre 2013, sulla sinistra una sedia e sulla destra un leggio. Qui, nell’intimità di un ambiente così quotidiano, il siciliano Vincenzo Pirrotta ci ha accompagnato in un’altrove più che mai extraquotidiano. Con l’energia di un narratore provato, Pirrotta ha schiuso di fronte ai nostri occhi un mondo immaginario di ricordi, suggestioni e spiriti che come in una possessione si sono insediati nel suo corpo e hanno parlato per mezzo delle sue molte voci. Altro

Negli occhi dei golosi

Dante sembra considerare la gola il meno umano dei peccati, quello che più abbrutisce l’uomo e lo rende simile alle bestie. Pietà, dolore, rispetto o indifferenza sono frequenti reazioni nell’animo del poeta alla vista dei dannati e dei loro tormenti, ma egli sembra riservare il disprezzo per i golosi. Nel sesto canto dell’Inferno ci descrive delle anime che hanno perso ogni connotazione umana fino a diventare informe tappeto semovente, immersi come sono in una putrida combinazione di fango e pioggia. Dante e Virgilio camminano sulle loro forme inconsistenti ed essi a malapena si accorgono di essere calpestati, presi dal proprio frenetico e incessante rivoltarsi da un fianco all’altro: solo Ciacco sembra per un attimo reimpadronirsi della propria condizione di uomo, attraverso l’emblematico gesto coraggioso, quasi eroico, per cui si eleva dallo squallido orizzonte delle anime assieme a lui destinate a un eterno e immutabile castigo. Altro

Dante e Farinata degli Uberti secondo Francesco De Sanctis

Il critico ottocentesco Francesco De Sanctis, nella propria rilettura romantica della letteratura italiana, ha proposto un’interpretazione d’impatto e di grande immediatezza visiva della figura storica protagonista del X canto dell’Inferno, Farinata degli Uberti. Indugiando sui versi danteschi e la loro assoluta potenza descrittiva, De Sanctis ricostruisce la sua immagine eroica: in un’epicità statuaria e ideale Farinata assume i connotati dell’individuo che con forza e “a viso aperto” difende la propria libertà di azione nella storia. L’impertubabilità dell’eroe, che ricorda quella dei viri latini come Metello, viene disturbata solo da poche, fugaci, ma decise e significative, espressioni: il veloce incresparsi della fronte, fiera reazione di un aristocratico che riconosce in Dante l’erede di una famiglia gentilizia rivale; il determinato ma quasi meccanico scuotersi della testa, di fronte al vituperium che Dante gli scaglia contro, il rinfaccio della sanguinosa battaglia di Montaperti. Altro

I bestiari e la percezione della natura nel Medioevo

La società del Basso Medioevo era una società immobile, in cui i rari viaggi, intrapresi soprattutto da giullari, clerici vagantes, pellegrini e guerrieri, erano molto pericolosi, lenti ed estenuanti. Le esperienze del viaggio e della scoperta rimanevano un lontano ricordo delle grandi vie di comunicazione dell’impero romano, interrotte dalle invasioni barbariche e mai riaperte. Infatti la disgregazione della vita urbana, l’arretratezza tecnologica e il decadimento degli scambi commerciali, che riprenderanno solo in seguito alle crociate, avevano contribuito alla paralisi sociale e a un totale senso di dipendenza dalla natura: una carestia non poteva essere scongiurata dalla richiesta di derrate alimentari esterne e il regime autarchico del feudo non prevedeva accumulo di capitale. Altro

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